Della Presente Condizione Delle Donne e Del Loro Avvenire Edizione Da Collezione - Cristina Trivulzio Di Belgiojoso |
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Author:
| Trivulzio di Belgiojoso, Cristina. |
ISBN: | 979-8-7697-1026-1 |
Publication Date: | Nov 2021 |
Publisher: | Independently Published
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Book Format: | Paperback |
List Price: | USD $10.88 |
Book Description:
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Cristina Trivulzio di Belgiojoso (Milano, 28 giugno 1808 - Milano, 5 luglio 1871) è stata una nobildonna, patriota, giornalista e scrittrice italiana che partecipò attivamente al Risorgimento.---Fu editrice di giornali rivoluzionari, e molte sue opere sono incentrate sugli anni della prima guerra d'indipendenza.
I suoi nomi di battesimo furono: Maria Cristina Beatrice Teresa Barbara Leopolda Clotilde Melchiora Camilla Giulia Margherita Laura. Il salotto di...
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Cristina Trivulzio di Belgiojoso (Milano, 28 giugno 1808 - Milano, 5 luglio 1871) è stata una nobildonna, patriota, giornalista e scrittrice italiana che partecipò attivamente al Risorgimento.---Fu editrice di giornali rivoluzionari, e molte sue opere sono incentrate sugli anni della prima guerra d'indipendenza.
I suoi nomi di battesimo furono: Maria Cristina Beatrice Teresa Barbara Leopolda Clotilde Melchiora Camilla Giulia Margherita Laura.
Il salotto di Cristina, in rue d'Anjou, non tardò a divenire luogo di incontro per grandi artisti, affascinati dall'intelligenza e dalla competenza della padrona di casa, che era in grado di sostenere qualsiasi conversazione. Uno dei primi habitué fu il compositore catanese Vincenzo Bellini, che era solito discorrere con Heine o suonare i propri pezzi al pianoforte. La conoscenza con Bellini era stata favorita dalla madre di Cristina, il cui uomo, il catanese conte di Sant'Antonio, era compaesano del musicista. L'autore della Norma, sognatore e amato dalle dame dell'alta società, rimase incantato dalla finezza della principessa, e lei a sua volta conservò sempre di Bellini un ottimo ricordo.
Liszt provava per la Trivulzio una grande attrazione, suscitando le gelosie di Marie d'Agoult (probabilmente gelosa anche per la rivalità che il salotto di Cristina rappresentava per il suo, visto che molti ospiti li frequentavano entrambi) ma Cristina manteneva sempre una certa distanza con gli ospiti, prediligendo un'unione intellettuale. Nutriva per il compositore ungherese un'assoluta venerazione artistica. «Non è egli tanto simpatico? bello? Non suona come nessuno al mondo?», scriveva ad un'entusiasta Ernesta Bisi dopo che la fraterna amica aveva goduto di un concerto privato del compositore su richiesta della stessa Belgiojoso, che aveva pregato Liszt di donare alla pittrice questa gioia nel corso della tournée italiana della fine degli anni Trenta.
Heinrich Heine provò per lei un'ammirazione spirituale, un'attrazione che si traduceva in contemplazione. Era il suo volto a confonderlo, «rubato a qualche quadro del Quattrocento, a qualche affresco della scuola lombarda, forse al vostro Luini o persino alle poesie dell'Ariosto». Cristina viene paragonata, nelle Notti fiorentine, a una Madonna lombarda, per essere poi adombrata in un altro personaggio heiniano, la Diana dell'Atta Troll. Ancora una volta, fu la natura intellettuale del legame a determinare una lunga amicizia.
Ben più insistente e meno contemplativo si dimostrò un viveur quale Alfred de Musset, che conobbe la principessa nel 1833 e pare l'abbia assunta a modello per la commedia I capricci di Marianna, di quello stesso anno. Le profferte dell'autore delle Confessioni di un figlio del secolo, divenute più esplicite dopo che George Sand lo aveva tradito a Venezia con Pietro Pagello, s'infransero contro il muro della ritrosia di Cristina, per nulla interessata ad avventure "leggere", e De Musset vendicò il proprio orgoglio ferito rappresentandola nella poesia Sur une morte (1842).
Particolarmente intenso e controverso il legame con Balzac: di lei, conosciuta sin dall'arrivo a Parigi, sparlava nelle lettere alla futura moglie, la contessa polacca Eveline Hanska, ma ben altri complimenti le riservava nel rapporto diretto e nelle lettere agli amici. È stato ipotizzato, non senza fondamento, che il romanziere fosse uno dei tanti spasimanti delusi, e Cristina divenne una sorta di ossessione tradotta anche in letteratura: qualche somiglianza con la principessa presentano la Fedora de La pelle di zigrino e la Massimilla Doni del romanzo omonimo (1837). A lei, che gli fornirà le lettere di presentazione per il viaggio in Italia, Balzac dedicò inoltre, nel 1846 - a testimonianza di un'amicizia sopravvissuta al tempo -, il Gaudissart II.