Il seguente lavoro pone i giovani al centro del discorso pedagogico. Nel primo capitolo "I giovani e il divenire dell'essere", parleremo del fenomeno delle devianze a cui le nuove generazioni sono soggette, della violenza domestica, per troppi anni rimasta taciuta nel nostro Paese, della spersonalizzazione di massa sui social network e su internet in generale e della abnorme difficoltà nel costruirsi, nell'era della tecnologia, un'identità distinta. Oggi la società impedisce ai giovani...
More DescriptionIl seguente lavoro pone i giovani al centro del discorso pedagogico. Nel primo capitolo "I giovani e il divenire dell'essere", parleremo del fenomeno delle devianze a cui le nuove generazioni sono soggette, della violenza domestica, per troppi anni rimasta taciuta nel nostro Paese, della spersonalizzazione di massa sui social network e su internet in generale e della abnorme difficoltà nel costruirsi, nell'era della tecnologia, un'identità distinta. Oggi la società impedisce ai giovani di vivere la loro fanciullezza, li bombarda di messaggi pubblicitari, spesso subliminali, che li spingono a crescere sempre più in fretta, lontano dalle priorità della loro età, come il gioco e la scuola, come l'affetto familiare e il "piacere della scoperta". Per tale motivo parleremo di "giovani-adulti", cioè bambini costretti a divenire adulti pre-termine i quali non riescono a identificare il proprio ruolo nella società, finendo con l'essere piatti emotivamente e consoni alla logica del gruppo, inteso come nucleo che omologa personalità omologate, tipico dell'"epoca delle passioni tristi" in cui noi pedagogisti siamo chiamati ad operare come esperti dell'educazione. I media e la gioventù sono oggi divenuti un binomio indissolubile, i "nativi digitali" utilizzano il web e gli smartphone come una parte di sé, vivendo immersi in logiche commerciali d'interesse per il consumo di massa e di totale disinteresse per il mondo dell'istruzione e del sociale. La stessa "valorizzazione di sé", la soggettività, è divenuta un qualcosa di oscuro da tenere distante, perché il "noi" dà sicurezza, mentre l'"io" impaurisce, comporta delle responsabilità. Al termine del primo capitolo faremo un confronto tra la generazione dei giovani-adulti e l'adultità, ovvero, cosa significa realmente diventare grandi? Quali responsabilità comporta?Il secondo capitolo tocca con mano i disastri e il "deserto emotivo" in cui vivono i giovani. Faremo un'analisi del nichilismo all'interno della nostra cultura occidentale, come si insedia negli animi, come opera e, soprattutto, da dove nasce l'ospite inquietante. Abbiamo costruito un modello di società che ha sovraccaricato le nuove generazioni di responsabilità prima che avessero il tempo di capire in che mondo si trovassero, ed ora scontiamo il prezzo di tale "presunzione ideologica". Porteremo alla luce esempi di violenza incontrollata nata da giovani minorenni o da poco maggiorenni ai danni delle loro famiglie e dei loro coetanei, cercando di capirne non i motivi, perché ogni episodio da noi ricercato non comporta il movente, ma capire l'identità di questi uomini e donne in divenire, capirne i problemi e l'input negativo che li ha condotti ai folli gesti commessi. Il terzo capitolo si occupa integralmente delle considerazioni degli studenti provenienti dall'Istituto Scolastico ITAS Gallini di Voghera (PV), nel corso del progetto didattico "Educazione alla legalità", dove sono state sviluppate diverse giornate di studio intensivo. Motivo per il quale dar voce alle nuove generazioni attraverso il lavoro manualistico, significa poggiare preventivamente le basi per istruire i futuri cittadini alla conoscenza delle difficoltà della vita ed al superamento delle stesse, attraverso la cultura, l'intelligenza e le corrette abitudini quotidiane.