Il Mio Tempo Gli Anni '70 |
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Illustrator:
| Messina, Chiara |
Author:
| D'Amato, Giuseppina |
Series title: | Consolazione Ser. |
ISBN: | 978-1-0873-4328-0 |
Publication Date: | Aug 2019 |
Publisher: | Independently Published
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Book Format: | Paperback |
List Price: | USD $16.80 |
Book Description:
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Il mille novecento settantasette fu un anno terribile per l''Italia e molti studenti. Fu una data risolutiva per Margherita Fonti, protagonista del romanzo storico politico, laureanda in Psicologia all''Università La Sapienza di Roma. È ancora una candida pratolina, la sua esistenza ruota intorno allo studio, alle amicizie e ai senti- menti, finché viene sconvolta da eventi impensabili. Tra scioperi in piazza e occupazioni degli atenei, una ragazza enigmatica e...
More Description Il mille novecento settantasette fu un anno terribile per l''Italia e molti studenti. Fu una data risolutiva per Margherita Fonti, protagonista del romanzo storico politico, laureanda in Psicologia all''Università La Sapienza di Roma. È ancora una candida pratolina, la sua esistenza ruota intorno allo studio, alle amicizie e ai senti- menti, finché viene sconvolta da eventi impensabili. Tra scioperi in piazza e occupazioni degli atenei, una ragazza enigmatica e minac- ciosa irrompe nella sua vita. Un giorno, Marita è testimone oculare di un attentato terroristico che sconvolge il suo fragile equilibrio. Le amiche la coinvolgono nella lotta per l''emancipazione femminile. Piano piano, quasi senza volere, si ritrova a manifestare a fianco degli "attivisti" e degli "indiani metropolitani" e a riflettere sul Movimento, che per molti compagni rappresenta la perdita dell''innocenza. Alcuni delusi imbracciano le armi, mentre i meno risolti scelgono la droga.
INCIPIT
Sono in ritardo, caspita.Non ci sarà un solo posto a sedere. Dovrò ascoltare il relatore in piedi, pensò, mentre beveva l''ultimo sorso di caffellatte che aveva preparato in gran fretta. Con gesti rapidi poggiò la tazza nel lavandino e la risciacquò sotto l''acqua corrente. Uscì dal cucinino del bilocale da studentessa universitaria fuori sede e si accostò allo scaffale della libreria ingombro di ceramiche a tinte intense. Prese un blocco e lo pose nella capiente sacca di pelle appesa al pomello. Tolse il pellicciotto di castorino sintetico dall''appendiabiti, lo indossò e chiuse gli alamari. Staccò la Tolfa, fece scivolare la tracolla sul seno, la Catana sul fianco. «Ahia, accidenti», imprecò, districando una ciocca che si era impigliata nella chiusura metallica. La specchiera le rimandò un ciuffo ritto in aria: indossare la borsa di cuoio equivaleva a ritrovarsi i capelli arruffati o strappati dalla fibbia. A rapidi tocchi, sistemò la frangia e le bande laterali, la chioma incorniciò l''ovale ancora acerbo in cui spiccavano le vivaci pietre smeraldine.Richiuse l''uscio dietro di sé, scese i gradini saltellando, aprì il portone e fu in Via dei Sabelli. S''incamminò a rapidi passi, per partecipare all''attività didattica dell''ultimo esame, che doveva passare a ogni costo, pena l''increscioso rinvio della dissertazione della tesi di laurea. L''indugio era un lusso infruttuoso, anelava a finire il percorso per iniziare la specializzazione. Avanzava decisa, fendendo e urtando lo sciame di studenti. «Scusa, permesso», ripeteva e proseguiva indifferente agli sguardi avidi degli uomini attratti dalla sua esile figura di una morbida armonia.Abitava a poche centinaia di metri dalla sede del Corso di Psicologia dell''Università La Sapienza di Roma e anche quella mattina, dopo aver salito di corsa la scalinata, riuscì a giungere ansimante sull''inizio della spiegazione. L''aula rigurgitava laureandi, come aveva previsto. Adocchiò una seggiola libera in fondo alla classe e la occupò senza indugi, ritenendosi fortunata. Si concentrò sulla voce del docente di Organizzazione e gestione delle risorse umane, escludendo il sommesso brusio circostante, impugnò la penna e il bloc-notes e si mise a scrivere, la solita precisa diligenza. Tuttavia faticò ad applicarsi, poiché lo studente seduto alla sua destra gesticolava, volgendosi a una bionda smunta che sostava sulla soglia e gli lanciava occhiate indagatorie. Le parve che si scambiassero curiosi cenni d''intesa, ma vi diede scarso peso, si sforzò di seguire nonostante l''irrequietezza del tipo che a un tratto raccolse dal pavimento i libri e un eschimo dall''aspetto vissuto, si alzò e uscì, passando accanto alla tipetta. La biondina magra, il volto sfilato, la pelle liscia di cera, i capelli setosi e lunghi, le sedette accanto, sfilò dal collo la borsetta frangiata, la mise per terra, e alzò su di lei le profonde pupille, un cielo calmo in contrasto con lo sguardo strafottente.