Novecento

"Novecento" raccoglie tre silloge pubblicate nella seconda metà del secolo scorso ed esaurisce insieme una tematica poetica che l'autore ritiene compiuta. Una "trilogia", si potrebbe dire, nella quale il Novecento si disvela sia nella poetica, sia nella sperimentazione e ricerca propria di quel tempo. L'evo successivo, cominciato sotto i peggiori auspici, non fatica a confermarsi nella sua dilagante negatività. L'avanzare di nuovi strumenti, l'accelerazione vorticosa di un...
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"Novecento" raccoglie tre silloge pubblicate nella seconda metà del secolo scorso ed esaurisce insieme una tematica poetica che l'autore ritiene compiuta. Una "trilogia", si potrebbe dire, nella quale il Novecento si disvela sia nella poetica, sia nella sperimentazione e ricerca propria di quel tempo. L'evo successivo, cominciato sotto i peggiori auspici, non fatica a confermarsi nella sua dilagante negatività. L'avanzare di nuovi strumenti, l'accelerazione vorticosa di un "progresso" effimero negli strumenti e nei contenuti, travolge e destruttura l'Arte, le Lettere. Una crisi violenta, imposta dal mercato, dall'economia, anche editoriale, non può che non tradursi nella vacuità estetica, morale. Gli strumenti del mestiere dei letterati, degli artisti, mai cosi copiosi, disorientano, affermano e negano il soggetto, l'io. Ciò che risulta, l'effetto di tale eccentrica propulsione è la disgregazione sociale, l'annullamento dell'arte, nella proporzione siderale di un'entropia sempre più prossima allo zero, ove la legge di Murphy pare l'unica matrigna di un uomo distopico, rarefatto, congelato.