Rubè

Rubè è un romanzo di Giuseppe Antonio Borgese, pubblicato nel 1921. Diviso in quattro parti e ventiquattro capitoli, si trattò per la critica del tempo del primo fulgido esempio di centralizzazione dell'"anti-eroe" nella letteratura italiana: Filippo Rubè, infatti, in ciò che rappresenta è precursore anche del più noto Zeno di Svevo, ovvero l'uomo inetto e succube di fronte alla vacuità della vita e impotente di fronte alle numerosissime sue sfaccettature. Filippo,...
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Rubè è un romanzo di Giuseppe Antonio Borgese, pubblicato nel 1921. Diviso in quattro parti e ventiquattro capitoli, si trattò per la critica del tempo del primo fulgido esempio di centralizzazione dell'"anti-eroe" nella letteratura italiana: Filippo Rubè, infatti, in ciò che rappresenta è precursore anche del più noto Zeno di Svevo, ovvero l'uomo inetto e succube di fronte alla vacuità della vita e impotente di fronte alle numerosissime sue sfaccettature. Filippo, pertanto, è un giovane siciliano laureato in legge che si trasferisce a Roma per fare pratica da avvocato e per tentare la carriera politica. La figura dell'intellettuale velleitario si delinea fin dall'inizio: individua correttamente i limiti della società nella quale vive, ma non sa agire con spontaneità e naturalezza. Si contorce, quindi, nella sua malattia dell'intelligenza, si avvilisce in continue autoanalisi che finiscono per distruggerlo e a rendere falso ogni suo gesto, ipocrita ogni rapporto umano, ambigua ogni iniziativa anche quando appare semplice, a partire dagli aspetti della sua travagliata vita sentimentale. La sua esistenza quindi, svoltasi tra difficoltà economiche, frustrazioni professionali e alternanti passioni politiche, giunge ad un epilogo folle, che simboleggia l'apice dell'ambiguità nella quale è vissuto.