Non resterà soddisfatto il lettore che cerca qui una sola voce esaustiva, completa, finalmente edificante, capace in scioltezza di rendere conto del tema trattato e di risolverlo senza incertezze. Il soggetto e l'oggetto di studio non lo consentono. Qui si parla infatti di umanità, di tempi di crisi, delle difficoltà in cui l'umano si agita inquieto quando guarda a se stesso. Oggi più che mai.Ma a che serve, dopo tutto quello che abbiamo visto, scrivere ancora sull'uomo?Che l'umanità...
More DescriptionNon resterà soddisfatto il lettore che cerca qui una sola voce esaustiva, completa, finalmente edificante, capace in scioltezza di rendere conto del tema trattato e di risolverlo senza incertezze. Il soggetto e l'oggetto di studio non lo consentono. Qui si parla infatti di umanità, di tempi di crisi, delle difficoltà in cui l'umano si agita inquieto quando guarda a se stesso. Oggi più che mai.Ma a che serve, dopo tutto quello che abbiamo visto, scrivere ancora sull'uomo?Che l'umanità si conservi, non è affatto scontato.E c'è chi sente l'urgenza e la necessità di garantire questa custodia. Da qui l'idea di dare estensione ad una pluralità di prospettive, idee, obiezioni, proposte, a volte vere e proprie fotografie di ciò che siamo. Il pro-getto è nato dunque polemico (Πόλεμος πάντων μὲν πατήρ ἐστι, secondo il celebre frammento eracliteo: Pòlemos è padre di tutte le cose), perché questi sono tempi di guerra: una guerra sottile che si gioca con le armi della comunicazione, del con-vincimento, il cui campo di battaglia è la mente degli individui - ma non per questo una guerra meno drammatica delle precedenti.Un seme dovrà essere conservato e solamente nella cura del dia-logos, potrà crescere e dare frutto.In questo spazio d'incontro - che è simbolico, ma anche reale - un piccolo seme viene piantato: qui, adesso, in questo dialogo dove hanno preso forma delle prospettive che riflettono variamente (e quindi con fedeltà) lo spirito del nostro tempo e ci consentono, se contemplate insieme, di guadagnare uno sguardo prospettico più ampio, su di noi e sugli altri. Sul nostro futuro.Quello che credo muova lo spirito di ciascun autore è proprio questa idea: siamo prima di tutto voci, parole, discorsi che si vogliono conoscere e che vogliono dialogare tra loro. Polemizzando, magari: perché no? Le prospettive, gli assunti, le categorie interpretative, le fedi: sono differenti? Bene, perché è così che si presenta l'esperienza umana: ricca di differenze, di novità, di opposti complementari ma anche di insidie, di oscurità, di un male che è sempre in agguato, dentro e fuori di noi. Questa è la speranza che anima e dà significato a questo tentativo: l'uomo si è sempre difeso guardando a sé stesso, al senso della sua origine e della sua fine, alla sua dignità assoluta. È cercando di riscoprire ogni volta il segreto dell'essere-umani che l'uomo si è salvato dal precipizio ed è con il pensiero ed il dialogo che le donne e gli uomini - che ancora conservano il Seme - lo consegneranno alla prossima generazione.Indegnamente, ma con consapevolezza e decisione, non ci siamo tirati indietro.Alessandro Benigni